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EUROPEAN SPEARFISHING RECORDS ASSOCIATION

Luigi Miraglia

Luigi Miraglia
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Luigi Miraglia
Reference : 1906-(?)

Per chi non lo sapesse, il professor Miraglia è l’italiano che apprese l’arte di infilzare i pescisak apnea direttamente dai tre sakana-ciuki (infilzatori di pesci) giapponesi giunti a Napoli nel 1932, di cui personalmente avevo già sentito parlare.

Personalmente, prima di leggere il libro sapevo solamente che proprio da questi tre pescatori giapponesi capitati in Italia nei primi anni trenta del secolo scorso aveva preso il via il nostro movimento della pesca subacquea, che negli anni seguenti avrebbe letteralmente rapito intere orde di nostri connazionali. Avevo sentito dire che questi personaggi pescavano con occhialini, lunghe fiocine a mano e che non utilizzavano pinne, eppure riuscivano a prendere i pesci. Non avrei mai sospettato che un’accurata descrizione delle loro tecniche di pesca fosse stata oggetto di una trattazione approfondita, peraltro pubblicata nel 1935 sul Bollettino Ufficiale del Laboratorio di Idrobiologia Applicata alla Pesca del Ministero dell’Agricoltura e Foreste.

Luigi Miraglia incontrò i tre giapponesi Tukumori, suo fratello Soghi e lo zio Tazuo Agarje sulla secca della Caiola, a Napoli, nel 1932, mentre i tre erano intenti a catturare i pesci armati solo di occhialini e una lunga canna di bambù la cui cima terminava con un ferro appuntito. Subito restò
affascinato dall’efficacia del metodo di caccia utilizzato dagli orientali. Essendo impiegato presso l’acquario di Napoli, Miraglia sapeva bene che uno dei principali problemi della biologia marina del tempo era proprio quello dell’osservazione diretta dei pesci nel loro ambiente naturale, e subito
pensò anche ad un’applicazione scientifica del metodo utilizzato dai tre
pe
Per chi non lo sapesse, il professor Miraglia è l’italiano che apprese
l’arte di infilzare i pesci in apnea direttamente dai tre sakana-ciuki
(infilzatori di pesci) giapponesi giunti a Napoli nel 1932, di cui
personalmente avevo già sentito parlare.

Personalmente, prima di leggere il libro sapevo solamente che proprio da
questi tre pescatori giapponesi capitati in Italia nei primi anni trenta
del secolo scorso aveva preso il via il nostro movimento della pesca
subacquea, che negli anni seguenti avrebbe letteralmente rapito intere orde
di nostri connazionali. Avevo sentito dire che questi personaggi pescavano
con occhialini, lunghe fiocine a mano e che non utilizzavano pinne, eppure
riuscivano a prendere i pesci. Non avrei mai sospettato che un’accurata
descrizione delle loro tecniche di pesca fosse stata oggetto di una
trattazione approfondita, peraltro pubblicata nel 1935 sul Bollettino
Ufficiale del Laboratorio di Idrobiologia Applicata alla Pesca del
Ministero dell’Agricoltura e Foreste.

Luigi Miraglia incontrò i tre giapponesi Tukumori, suo fratello Soghi e lo
zio Tazuo Agarje sulla secca della Caiola, a Napoli, nel 1932, mentre i tre
erano intenti a catturare i pesci armati solo di occhialini e una lunga
canna di bambù la cui cima terminava con un ferro appuntito. Subito restò
affascinato dall’efficacia del metodo di caccia utilizzato dagli orientali.
Essendo impiegato presso l’acquario di Napoli, Miraglia sapeva bene che uno
dei principali problemi della biologia marina del tempo era proprio quello
dell’osservazione diretta dei pesci nel loro ambiente naturale, e subito
pensò anche ad un’applicazione scientifica del metodo utilizzato dai tre
pescatori venuti da Okinawa.

Miraglia seguì i tre giapponesi lungo le coste di tutta Italia per ben tre
sptagioni, dal ’32 al ’35, imparando da loro il nuovo metodo di caccia
subacquea e osservando per primo i fondali di gran parte della penisola. Al
termine del triennio, Miraglia scrisse una completa relazione della sua
esperienza, la stessa che oggi l’Editoriale Olimpia ci ripropone in questo
affascinante volume in una versione ripulita solo dai refusi più evidenti.
Oltre alla dettagliata descrizione della tecnica di pesca usata dai
giapponesi, completa di tavole illustrate, la relazione presenta un gran
numero di osservazioni dirette di Miraglia su distribuzione, habitat e
comportamento dei pesci. Lo schema espositivo è quello di un manuale: la
parte generale dedicata alla descrizione delle tecniche è completata da una
lunga serie di schede relativa alle specie di pesci costieri, con
indicazioni su aspetto, dimensioni, habitat, distribuzione, tecniche di
pesca utilizzate al tempo per la sua cattura e indicazioni sulla
particolare applicazione del metodo giapponese. Ovviamente, non mancano
racconti di catture ed interessanti notazioni sui problemi incontrati con i
pelagici di mole.

www.apneamagazine.com
scatori venuti da Okinawa.

Miraglia seguì i tre giapponesi lungo le coste di tutta Italia per ben tre
stagioni, dal ’32 al ’35, imparando da loro il nuovo metodo di caccia
subacquea e osservando per primo i fondali di gran parte della penisola. Al
termine del triennio, Miraglia scrisse una completa relazione della sua
esperienza, la stessa che oggi l’Editoriale Olimpia ci ripropone in questo
affascinante volume in una versione ripulita solo dai refusi più evidenti.
Oltre alla dettagliata descrizione della tecnica di pesca usata dai
giapponesi, completa di tavole illustrate, la relazione presenta un gran
numero di osservazioni dirette di Miraglia su distribuzione, habitat e
comportamento dei pesci. Lo schema espositivo è quello di un manuale: la
parte generale dedicata alla descrizione delle tecniche è completata da una
lunga serie di schede relativa alle specie di pesci costieri, con
indicazioni su aspetto, dimensioni, habitat, distribuzione, tecniche di
pesca utilizzate al tempo per la sua cattura e indicazioni sulla
particolare applicazione del metodo giapponese. Ovviamente, non mancano
racconti di catture ed interessanti notazioni sui problemi incontrati con i
pelagici di mole.

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